Cenni di storia di Villa Carcina

Ultima modifica 16 marzo 2021

I primi abitanti della Valtrompia furono probabilmente tribù di ceppo ligure-euganeo, dette "Triumplini", che diedero il nome alla Valle. Di loro se ne conserva il ricordo nel "Trofeo delle Alpi" di La Turbie, in Francia, che commemora la vittoria dell'imperatore Augusto su 46 tribù alpine, avvenuta il 16 a.c., fra le quali sono citati appunto i Triumplini.

Benché fossero presenti nella città di Brescia fin dal 196 a.c., i Romani si spinsero quindi nelle valli bresciane quasi due secoli dopo. Chiaramente in tale periodo è molto probabile che avvenissero comunque frequenti scambi e commerci fra le due comunità. D'epoca romana la principale testimonianza sono i numerosi tratti tutt'ora visibili dell'acquedotto romano, la cui costruzione risale al quarto decennio del primo secolo dopo Cristo. Al tracciato principale, che dalla fonte detta dell"Acqua Salsa" in territorio di Lumezzane proseguiva verso la città mantenendosi sulla sinistra orografica del Mella, nel territorio di Villa Carcina va aggiunto anche un ramo "laterale", con partenza dalle sorgenti di Siviano fra gli abitati di Villa e Cogozzo, scoperto solamente nel corso degli anni '70 del secolo scorso.

Nel 402 il territorio bresciano venne travolto dalle orde gotiche di Alarico mentre nel 476 Odoacre, alla testa di un esercito di Eruli, conquistò la pianura padana portando alla fine dell'Impero e facendo entrare Brescia nel suo dominio. Nel 568 il territorio bresciano fu quindi conquistato dai Longobardi che mantennero il potere fino all'anno 774, con la conquista da parte dei franchi di Carlo Magno. Le principali tracce dell'epoca alto medievale riguardano la necropoli scoperta nel 1986 lungo l'attuale via Lazio. Più recente è invece il Castello, di cui ancora oggi restano alcuni resti nella località di Villa.

Il 17 marzo 1426 Brescia si rivoltò a Filippo Maria Visconti e si diede alla Repubblica di Venezia.

La Valtrompia, durante il governo veneto (1426-1797) godeva di esenzioni fiscali e autonomia amministrativa. Ogni due anni, nel palazzo della Comunità di Valle, i rappresentanti dei comuni valtrumplini eleggevano al governo della Valtrompia un Sindaco e un Vicario (che svolgeva anche funzioni di giudice civile). A Carcina, primo Comune della valle, era collocata la "Porta della Valtrompia": in epoca veneta all'entrata di Carcina, per chi proveniva da sud, vi era infatti un arco che segnalava il passaggio dalla giurisdizione di Brescia a quella della Valle, giurisdizione che aveva il centro politico tra Ponte Zanano, residenza del Capitanio di Valle, e Tavernole Sul Mella.

Nel periodo compreso tra la seconda metà del quattrocento e la prima metà del cinquecento, fu attiva a Brescia una famiglia di pittori, i "da Caylina", originaria di Cailina, la nostra frazione. Capostipite fu Pietro, che "migrò" verso Brescia già nei primi decenni del quattrocento ed iniziò l'attività di famiglia. Pietro ebbe tre figli, Antonia, che fu moglie del noto Vincenzo Foppa, Paolo (definito il"vecchio" per distinguerlo dal nipote) e Bartolomeo, anch'egli pittore, attivo principalmente a Pavia e padre di Paolo "il giovane".

Il 1512 è ricordato come l'anno della Congiura degli Avogadro e del Sacco di Brescia. Promotore della congiura contro gli occupanti francese fu Luigi Avogadro, nativo di Sarezzo ma residente a Cogozzo, che fu anche condottiero al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia. Gli insorti riuscirono ad occupare la città costringendo i francesi a riparare nel Castello. Questi ultimi vennero poi liberati alcuni giorni dopo dalle truppe del condottiero Gaston di Foix, che provocò una vera propria strage, tanto che venne ricordata come “Il Sacco di Brescia”. I francesi, in seguito ripetutamente sconfitti, abbandonarono l’Italia. Brescia, dopo un breve intermezzo spagnolo, tornò nel maggio 1516 ancora sotto il governo di Venezia.

Si arriva così al 1797, allorquando avvenne la battaglia di Carcina in cui i valligiani ancora fedeli alla Serenissima, poi sconfitti, si scontrarono contro le preponderanti forze franco-bresciane. A seguito del trattato di Campoformio dello stesso anno divenne territorio della Repubblica Cisalpina e condivise le sorti degli stati napoleonici successivi, come la Repubblica Italiana e il Regno d'Italia, fino alla caduta nel 1814.

Durante il Risorgimento la città di Brescia si distinse per la rivolta antiaustriaca delle Dieci giornate (marzo 1849) che, per la sua eroica resistenza, le valse l'appellativo datole di "Leonessa d'Italia".

Con la seconda guerra di indipendenza del 1859 il territorio bresciano passò al regno di Sardegna che divenne poi, nel 1861, Regno d'Italia. Fra i “mille” garibaldini da non dimenticare anche Cesare Scaluggia, originario di Cailina. Nel periodo successivo nacquero importanti industrie fra le quali spiccarono la Fonderia Glisenti a Carcina, la filatura Mylius di Cogozzo (poi Bernocchi), la Trafilerie Laminatoi Metalli.

Nel 1882 la Valtrompia fu collegata alla città da una linea tranviaria, che da Brescia proseguiva fino a Gardone Valtrompia (dal 1910 al 1934 fino a Tavernole) una linea che garantì per anni il collegamento e lo sviluppo economico della valle. Tale linea restò in uso fino agli anni cinquanta del secolo scorso.

Sempre nel 1882 un'esondazione del fiume Mella provocò l'invasione delle acque degli abitati di Cogozzo e Pregno e il ponte di Pregno venne addirittura travolto e distrutto.

Il 23 agosto 1890 è ricordata la visita alla Fonderia Glisenti di Re Umberto I, che vi giunse in Tram, accompagnato da Giuseppe Zanardelli, accolto da una popolazione festante. Seguirono poi brevi soste anche a Villa e a Cogozzo, prima della prosecuzione del viaggio verso le fabbriche di armi di Gardone.

Durante la prima guerra mondiale sulla vetta più alta del territorio comunale, il Monte Palosso (1.158m), vennero realizzate delle piazzole d’artiglieria, un sistema di trincee a difesa delle stesse, una piccola casermetta e un deposito. La zona faceva parte della terza linea di difesa italiana e i manufatti avevano lo scopo non solo di arginare un possibile sfondamento delle linee da parte dell’esercito imperiale, ma anche di difendere la città da possibili incursioni aeree nemiche.

Si giunge così al 1928: è con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia di Sabato 21 gennaio 1928 del Regio Decreto 29 dicembre 1927, n. 2665 "Riunione dei comuni di Villa Cogozzo e Carcina in un unico comune denominato Villa Carcina" che si può dire abbia avuto inizio la storia del Comune. All'epoca la popolazione era pari a 4.535 unità, cifra che ben presto crebbe, per le numerose fabbriche del territorio che porteranno numerosi lavoratori ad insediarsi nel paese.

Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il territorio triumplino entrò a far parte della Repubblica Sociale Italiana.

Dopo il 1945 il Regno d'Italia lasciò spazio alla Repubblica Italiana e da allora la Valle Trompia si è distinta per l'operosità delle fabbriche locali che hanno dato lavoro a numerose persone.


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